Contenuto del disco/LP content:

Lato A


MAURO GIULIANI (1781-1840?)
Grande Sonata op. 85
Allegro Maestoso
Andante molto sostenuto
Scherzo
Allegretto espressivo

Lato B

FRANCESCO MOLINO (1775-1847)
Nocturno op. 37
Largo non troppo
Romanza (Andante sostenuto)
Rondò pastorale (Allegretto)

LUIGI LEGNANI (1790-1877)
Duetto concertante op. 23
Allegro Maestoso
Tema con variazioni (Moderato)
Allegro scherzoso

Note critiche di Luigi Bellingardi:

Durante tutto il Settecento, nell'età barocca e nella stagione dello stile galante, il flauto fu il protagonista indiscusso delle serate
ufficiali nei palazzi aristocratici ma anche nei concerti en amateur dei ceti popolari, come è testimoniato da innumerevoli stampe e
documenti e non soltanto dai lavori e dalle esecuzioni di Federico il Grande di Prussia che nutrì per questo strumento una predilezione
proverbiale. Di pari passo all'affermazione solistica del flauto si accompagnavano exploits del virtuoso che nei movimenti lenti ed
espressivi rivaleggiava cul grande interprete vocale mentre nei tempi veloci e vivaci s'imponeva per la maestria della tecnica. Come ha
ricordato il Kuhnan, il vero virtuoso strumentale si distaccava nettamente dal ciarlatano bollato ferocemente da Benedetto Marcello nel
«Teatro alla Moda» per l'assoluta padronanza della teoria e di ogni scienza musicale, nell'inscindibilità dell'invenzione e
dell'esecuzione. Derivò da questo presupposto la libertà virtuosistica legata all'improvvisazione, in grado di consentire una fantasia
rapinosa ed appassionata ma anche raptus esecutivi e brillanti senza pari. Con l'inizio dell'Ottocento il flauto sembrò perdere il suo
ruolo protagonistico, risultando spesso relegato in una posizione secondaria, quasi messo in ombra, almeno presso i compositori di maggior
nome e celebrità, dall'ascesa nel favore degli ascoltatori di altri mezzi espressivi, specialmente del pianoforte, destinato ad assumere
un'importanza sempre più rilevante agli albori del Romanticismo e dell'emergente società borghese, nonché dall'attenzione sempre più viva
riservata dagli autori all'orchestra. In realtà l'eclissi del flauto dal repertorio più conclamato era soltanto apparente, continuando
esso infatti a furoreggiare nel segno dell'edonismo nella prassi degli esecutori dilettanti, grazie ad una vastissima letteratura, mentre
il virtuoso strumentale, adeguatosi alla funzione del virtuoso all'arco o alla tastiera, e affinatosi nella tecnica, acquisiva nuove forme
creative nei lavori descrittivi, nonché nelle Variazioni e nelle Fantasie che sovente erano elaborazioni di arie e romanze del teatro
lirico, in quegli anni al suo apogeo. Ed un tracciato sostanzialmente analogo percorse la chitarra che aveva goduto di un certo favore
nella tarda età barocca, da Torelli a Boccherini, ritagliandosi peraltro un'area di notevole notorietà agli inizi dell'Ottocento, specie
sul piano virtuosistico e non soltanto con Paganini. I tre autori presenti su questo microsolco acquisirono agli inizi del XIX secolo una
spiccata notorietà come concertisti di grido e come compositori fecondi di Capricci, Studi, Fantasie d'opera, Sonate, Divertimenti ed
anche cene autori di trattatistica didattica.

Luigi Bellingardi